Grazie, signor Presidente. Signor sottosegretario, onorevoli colleghe e colleghi deputati, nel 2020 l'Italia ha registrato una diminuzione del PIL di poco meno del 9 per cento, la riduzione più ampia dalla seconda guerra mondiale.
L'indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche è cresciuto al 9,5 per cento del PIL dall'1,6 per cento del 2019, tuttavia nel corso di quest'anno l'economia ha mostrato capacità di recupero. L'attività si è stabilizzata nel primo trimestre del 2021 e, secondo i dati più recenti, dovrebbe avere intrapreso un sentiero di espansione nel secondo. I segnali positivi, a livello nazionale, e il marcato miglioramento del quadro economico globale rafforzano le aspettative di una ripresa robusta nella seconda metà dell'anno. Grazie al buon andamento della campagna di vaccinazione e al miglioramento del quadro sanitario, la ripresa economica si sta consolidando, infatti - come è stato rilevato da recenti analisi svolte da istituzioni e centri di ricerca nazionali e internazionali - la crescita del PIL del nostro Paese dovrebbe toccare valori intorno al 5 per cento, in media, nell'anno in corso. In questo quadro, si inserisce il “decreto Sostegni-bis”, per la cui conversione è stata posta dal Governo la fiducia, una fiducia che risponde alla necessità di dare risposte pronte ed efficaci alle esigenze dei cittadini. Se, da un lato, in questo decreto vi è continuità con gli interventi effettuati nel corso del 2020, dall'altro, i nuovi provvedimenti hanno iniziato a tracciare un graduale percorso di uscita dalle misure emergenziali. Più in particolare, i provvedimenti inclusi nel decreto hanno due specifiche finalità: in primo luogo, accompagnare il Paese fuori dalla crisi e, al tempo stesso, scongiurare danni permanenti al suo tessuto produttivo, in secondo luogo, gli interventi riguardano il consolidamento della ripresa, al fine di recuperare nel 2022 i dati economici del 2019. Quanto più la crisi economica ha colpito settori produttivi, fasce occupazionali o categorie sociali, tanto più infatti si avverte la necessità di sanare le ferite, ma anche quella di ricostruire le premesse per liberare il grande potenziale italiano di sviluppo. Gli interventi previsti assorbono risorse pari a 43 miliardi di euro, usando i margini di bilancio disponibili per effetto dello scostamento autorizzato in aprile, in coerenza con le previsioni del Documento di economia e finanza. Nei programmi del Governo, che tengono già conto degli effetti del decreto in esame, nel 2021 il disavanzo delle amministrazioni pubbliche sarà pari all' 11,8 per cento del prodotto e il rapporto fra il debito e il PIL toccherà il 159,8 per cento. Il decreto contiene molte misure che riflettono - come già nel passato hanno fatto altri provvedimenti analoghi - un difficile equilibrio tra la disponibilità delle risorse e i bisogni del Paese. Esso si concentra principalmente sul 2021 ed è articolato su cinque principali linee di azione di carattere generale e su alcune importanti misure di carattere settoriale. La prima linea di azione, del valore di circa 17 miliardi di euro, prevede un nuovo pacchetto di contributi a fondo perduto per i soggetti titolari di partita IVA che svolgono attività di impresa, arte o professione, nonché per gli enti non commerciali del terzo settore, senza più alcuna limitazione settoriale o vincolo di classificazione delle attività economiche interessate. Il nuovo intervento è più articolato dei precedenti, con l'obiettivo di raggiungere una platea ancora più ampia di beneficiari e di fornire un ristoro maggiormente in linea con gli effettivi danni economici subiti dagli operatori a causa della pandemia. La seconda linea di azione, del valore complessivo di circa 9 miliardi di euro, concerne misure che hanno l'obiettivo di garantire l'accesso al credito, sostenere la liquidità e incentivare la capitalizzazione delle imprese attraverso l'estensione di misure in vigore e l'attuazione di nuovi interventi. La terza linea di azione, del valore di circa 3 miliardi di euro, riguarda la tutela della salute: sono state aumentate le risorse a disposizione della struttura commissariale al fine di agevolare la campagna vaccinale e ridurre le liste di attesa; sono state inoltre stanziate risorse per sostenere le campagne vaccinali nei Paesi del Terzo mondo ed è stato introdotto un credito d'imposta per la sanificazione degli ambienti di lavoro nelle imprese. La quarta linea di azione, del valore di 5 miliardi di euro, concerne il lavoro e le politiche sociali: le disposizioni riguardano l'estensione del reddito di emergenza per quattro ulteriori mensilità, l'erogazione di contributi una tantum per lavoratori stagionali, nonché specifiche misure legate all'assegno di ricollocamento e un finanziamento delle coperture per i contratti di solidarietà. Sono stati stanziati infine 500 milioni di euro per sostenere le famiglie indigenti nel pagamento di fitti e bollette. La quinta linea di azione, del valore di circa un miliardo e mezzo, riguarda giovani, scuola e ricerca: il Governo ha studiato apposite misure per sostenere i giovani fino a 36 anni di età, con specifiche agevolazioni per l'acquisto della prima casa. Per ciò che concerne la ricerca, è stato istituito il Fondo italiano della scienza, con dotazione di 50 milioni per il 2021 e di 150 per gli anni a venire. Il decreto poi ha previsto una serie di misure settoriali, del valore complessivo di circa 4 miliardi di euro, a sostegno degli enti territoriali e a beneficio dei settori ferroviario, aeroportuale, marittimo, della cultura, dello spettacolo, del turismo e dell'agricoltura.
In sede di conversione, il decreto è stato poi significativamente migliorato per effetto del contributo dei colleghi deputati e delle colleghe deputate di tutti i gruppi di maggioranza, ma anche, in alcuni frangenti, per l'apporto costruttivo dell'opposizione, segno questo di quanto sia importante e utile il rapporto dialettico tra Esecutivo e Parlamento. Sono molte e variegate le misure introdotte nella discussione parlamentare: dai fondi per il Terzo settore e per le istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza, alle risorse per i servizi della ristorazione collettiva, dal sostegno al settore delle fiere e dei congressi, ai contributi a fondo perduto per le strutture sportive, dagli interventi a favore dei settori del wedding e dell'intrattenimento, ai finanziamenti delle città d'arte e dei centri storici, dall'incremento del Fondo per la prevenzione del fenomeno dell'usura, all'istituzione di un Fondo per tamponi gratis a persone fragili e con disabilità e alla creazione di un altro Fondo per l'accesso ai servizi di sostegno psicologico da parte dei pazienti oncologici e dei giovani. Potrei continuare l'elenco ancora lungo delle misure contenute nel decreto e volute dal Parlamento, ma per ragioni di tempo desidero soffermarmi su due degli emendamenti proposti su iniziativa del Partito Democratico, che reputo particolarmente significativi. Per risolvere le criticità legate all'applicazione della sentenza della Corte Costituzionale che ha cancellato la possibilità per i comuni di restituire in trent'anni le anticipazioni di liquidità concesse per pagare i debiti commerciali, è stato istituito un Fondo di 660 milioni, che evita a circa 1.400 comuni, colpiti dalla sentenza, di deliberare lo stato di dissesto finanziario, assicurando loro il massimo di continuità nell'azione amministrativa ed evitando l'erogazione di servizi essenziali resi ai cittadini. Altrettanto importante è il rifinanziamento, con uno stanziamento di 350 milioni di euro, degli incentivi per l'acquisto di autovetture e veicoli commerciali a basso impatto ambientale. Con l'approvazione di questo emendamento si prosegue quindi con il sostegno alla filiera dell'automobile, una componente fondamentale del nostro comparto industriale, una scelta a favore della mobilità a zero emissioni, che aveva già prodotto ottimi risultati, sia dal punto di vista economico, che da quello ambientale e sociale. Come affermato dal Presidente Draghi in una recente conferenza stampa, se la situazione pandemica continuerà a migliorare, non ci sarà più bisogno di nuovi scostamenti e nuovi sostegni alla nostra economia, che, per intraprendere un percorso di crescita sostenuta, ha bisogno degli interventi e delle riforme contenute nel Piano di ripresa e resilienza al vaglio delle istituzioni europee. A questo proposito, ieri è stata una giornata importante: Il Consiglio Economia e finanza dell'Unione europea ha approvato il Piano nazionale di ripresa e resilienza dell'Italia, il nostro Paese riceverà tra qualche settimana circa 25 miliardi di euro, che equivalgono al 13 per cento delle risorse totali del programma Next Generation EU a noi destinate. Questa approvazione rappresenta una tappa fondamentale di un percorso che ha visto impegnati il Governo e il Parlamento, con l'obiettivo, non solo, di portare l'Italia fuori dalla crisi scatenata dalla pandemia, ma di aprire una nuova stagione di sviluppo per il Paese. Dobbiamo riconoscere che questo impegno viene da lontano ed è certamente il frutto di un'azione politica svolta con determinazione dal Governo precedente, che ha contribuito a unire l'Europa in uno sforzo comune per superare la crisi legata alla pandemia, a dispetto di chi rivendicava - e continua a farlo ancora oggi - posizioni sovraniste, senza storia nel futuro. Ma è altrettanto indubbio che la spinta finale, che ci ha consentito di formulare un piano di alta qualità per il rilancio di un'Italia più prospera, più forte, più giusta e più sicura, sia avvenuta anche grazie alla capacità di proposta del nuovo Governo e la leadership di Mario Draghi, che sta guidando l'Esecutivo in modo determinato ed equilibrato, dando stabilità e prospettiva al quadro politico nazionale, in un momento difficile per il Paese che, per reagire, ha bisogno di un ingrediente fondamentale, la fiducia, una fiducia che permette di sostenere aspettative ottimistiche nel breve e nel medio termine. Senza la fiducia, le risorse non si spendono, non si rilanciano gli investimenti e non si attraggono capitali dall'estero. Compito dell'azione di Governo è quindi alimentare la fiducia nel Paese, nella bontà dei suoi progetti e nella loro implementazione. È anche per queste ragioni che ci auguriamo che il Piano nazionale di ripresa e resilienza, già formulato e approvato ieri a Bruxelles, possa essere implementato dando continuità all'azione di Governo fino alla conclusione della legislatura. La responsabilità di tutti è adesso quella di spendere presto e bene le risorse per gli investimenti e varare con celerità le riforme essenziali decise nel Piano nazionale. È giunto il momento quindi di dare concretezza alle previsioni del Piano, convertendo i fondi in opere e azioni, perché, nell'insieme dei progetti, dei numeri, delle scadenze e degli obiettivi del programma, c'è il destino del nostro Paese. Il Governo sarà il regista di questa fase di trasformazione e rilancio della nostra economia e il Parlamento saprà sicuramente affiancarlo, svolgendo il ruolo di supervisore attento di questo immenso ed esaltante progetto. Per tutte queste ragioni, annuncio il voto favorevole del gruppo del Partito Democratico sulla questione di fiducia al Governo.